Servizio di Psicologia clinica per Migranti

Dio si fa uomo: il tutto nel frammento

Premesse
Le persone migranti che giungono nel nostro paese manifestano disagi psicologici in una percentuale molto elevata e spesso legata alle esperienze vissute e subite nei lunghi viaggi di migrazione (da un rapporto di Medici Senza Frontiere del 2018 ben il 70%). Alle sofferenze patite nel paese di origine spesso si assommano quindi quelle subite durante i viaggi migratori, e, da un punto di vista sintomatologico, esplodono in disturbi psicofisici più o meno invalidanti rispetto alle loro attività quotidiane e relazionali.
Per comprendere e affrontare questi disturbi è necessario collocare i sintomi dentro il “mondo della vita” della persona, un modo di essere al mondo in cui le caratteristiche soggettive della persona derivano da un intreccio unico e irripetibile tra caratteri biologici, tratti personali, componenti derivanti dalle dinamiche familiari di attaccamento e appartenenza, influenza di elementi della cultura di origine, storia educativa e relazionale, particolarità del “viaggio”, impatto sia con gli stili di vita e di relazione, sia con le norme sociali e burocratiche del paese di accoglienza. Da un punto di vista prettamente fenomenologico il sostegno e le cure a loro offerti non possono prescindere dal comprendere quale sia la loro visione dell’uomo, della vita, della malattia, della cura stessa.
Ne consegue che un intervento psicologico psicoterapeutico che punti ad essere il più possibile “di cura”, deve

  • da un lato derivare dalla cocostruzione tra il paziente (depositario per definizione della maggioranza di conoscenze su di sé e sul proprio mondo), tra lo psicoterapeuta, tra chi ha conoscenza della cultura di provenienza del paziente (mediatore linguistico culturale) ma anche tra chi sa collocare tali elementi culturali dentro un orizzonte interpretativo più vasto ed articolato (antropologo culturale)
  • dall’altro deve integrarsi con altri interventi disciplinari – medici, sociali, formativi – che spesso si attivano parallelamente alla cura psicologica e che contribuiscono tutti insieme (a patto che siano appunto fra di loro integrati) al conseguimento di un sufficiente benessere della persona

Queste considerazioni rendono pertanto giustificazione all’esigenza di concepire e strutturare l’intervento psicoterapeutico in un setting particolare, che vede la persona accolta da due/tre professionisti (psicologo, mediatore, antropologo) e che fissa come “luogo” di condivisione e confronto irrinunciabile la riunione di équipe multiprofessionale.
Caritas Biella ha da tempo avviato un progetto sperimentale di aiuto psicologico a queste persone. Nell’ultimo anno è nata però l’idea di aumentare le forze per poter intensificare la risposta; nello specifico il consultorio familiare “La persona al centro” di Biella ha dichiarato la piena disponibilità per formare e mettere a disposizione dei professionisti che possano affiancarsi all’équipe di Caritas. Il Consultorio familiare ha a sua volta da un anno e mezzo avviato un servizio di psicologia clinica a prezzi calmierati aperto alla popolazione, nell’intento di dare risposta a quanti (molti purtroppo) hanno difficoltà a trovare un aiuto psicologico o presso i servizi pubblici o negli studi privati. Da queste esperienze si è costituita un’équipe multiprofessionale che gestisce questo progetto, un progetto che vuole inserirsi nella rete dei servizi per migranti, collaborando il più possibile con essi, nella consapevolezza che i disagi psichici delle persone sono sempre da leggere e affrontare dentro una presa in cura pluridisciplinare e multidimensionale.

La presa in carico: finalità e modalità

Il servizio mira innanzitutto ad offrire un sollievo nella vita quotidiana alle persone che ne fanno richiesta. Come specificheremo al termine di questo documento, in un’ottica di piena collaborazione e cooperazione con il servizio ISI dell’ASL 12, il nostro sportello psicologico si orienterà quindi prevalentemente a situazioni di disagio psichico che possano beneficiare di un intervento della durata massima indicativa di sei mesi, indirizzando al servizio ISI quei casi dove risulta chiara la necessità di una presa in carico più lunga. La valutazione in tal senso sarà fatta caso per caso sulla base del quadro clinico, delle necessità e desideri espressi dall’utente, delle risorse umane ed economiche a disposizione dei vari servizi coinvolti.

Il singolo migrante o il servizio a cui è in carico può rivolgersi al Consultorio “La persona al centro” telefonando allo 015 27048 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; o inviando una mail all’indirizzo consultorio@lapersonalcentro.it.
Gli operatori preposti all’accoglienza raccoglieranno una serie di informazioni di base anche attraverso un questionario di screening (che fungerà in seguito riferimento per la valutazione dell’andamento dell’intervento). Questo quadro iniziale sarà sottoposto ad una miniequipe di valutazione che si troverà quindicinalmente o all’occorrenza anche on line, la quale valuterà la situazione alla luce delle competenze e delle disponibilità del servizio. In caso di risposta positiva procederà anche all’assegnazione del caso ai professionisti più indicati, tracciando da subito le linee di collaborazione e cooperazione con altri servizi della rete.
Una volta avviato il percorso, questo sarà monitorato nella équipe allargata del servizio (che coinvolge tutti i professionisti che ne fanno parte e che si ritrova una volta al mese) a cui all’occorrenza potranno partecipare anche referenti di altri servizi della rete interessati dal caso; oppure, se il servizio inviante ha già un luogo pluriprofessionale di discussione dei casi, i professionisti del servizio di psicologia interverranno in quell’equipe. Tuttavia, al di là del luogo e delle forme di comunicazione e confronto, ciò che rappresenta per questo Servizio momento irrinunciabile è il fare il punto periodicamente sulle condizioni di salute e in generale di benessere sociorelazionale del paziente anche con gli operatori che più da vicino lo supportano nelle cure.

Le strutture del servizio e le persone che vi fanno parte.

Segreteria e coordinamento operativo. Vi fanno parte i volontari del Consultorio “La persona al centro”. La segreteria ha il compito di raccogliere la prima richiesta ed eventuali comunicazioni che giungono nel corso del percorso di aiuto, ha il compito di contattare servizi e utenti in caso di necessità, ha il compito di predisporre, elaborare e archiviare tutta la documentazione burocratica necessaria. All’interno della segreteria due operatrici del servizio avranno il compito di garantire una buona raccolta dati iniziale finalizzata alla presentazione nella miniequipe di valutazione, e saranno punti di riferimento per i colleghi che lavoreranno a quel caso, per la segreteria in modo che tutti i passaggi comunicativi siano tempestivi e corretti, per le interazioni con la rete dei servizi.
Miniequipe di valutazione: si incontra ogni quindici giorni o all’occorrenza anche on line, e ha il compito di valutare le richieste al servizio.
Equipe allargata. Si incontra una volta al mese in plenaria per valutare i casi seguiti in quel periodo dal servizio.
Intervisione clinica: In ogni setting di psicologia clinica il lavoro sul vissuto degli operatori è riconosciuto come momento irrinunciabile per garantire una buona qualità della presenza del curante durante le sedute. Questa necessità è ancora più importante in interventi che chiamano in causa un confronto da un lato con realtà culturali a volte marcatamente diverse e dall’altro con storie di violenze, crudeltà e disumanità che non fanno parte del quotidiano dei curanti. Il momento di intervisione coinvolge tutti gli operatori del servizio che lavorano sui casi e rappresenta il luogo di aiuto e supporto reciproco per la rielaborazione dei propri vissuti in relazione ai casi affrontati. Questi incontri, di due ore, si svolgeranno con cadenza bi/trimensile

Setting

I colloqui clinici si svolgeranno in una stanza del Seminario vescovile adeguatamente arredata o, se disponibili, presso gli studi del Consultorio.
Le riunioni potranno svolgersi a seconda delle disponibilità o presso il Consultorio o presso il Seminario Vescovile

Collaborazione con i servizi della rete

Come già illustrato sopra la concezione assunta dell’intervento psicoterapeutico rende irrinunciabile una stretta e costante collaborazione con i servizi coinvolti nell’assistenza e cura delle persone migranti, con particolare menzione per i centri CAS, SAI e le associazioni di volontariato che si occupano dei migranti. Fondamentale sarà inoltre la collaborazione con il centro ISI dell’Asl di Biella. In quest’ottica si è provveduto a concordare proprio con l’équipe di questo servizio alcuni criteri per orientare le aree di competenza nella presa in carico. Dato il numero elevato di richieste di supporto psicologico/psicoterapeutico, la necessità di mettere insieme le forze per far fronte a tale richiesta, le peculiarità delle rispettive équipe, si sono individuati i seguenti criteri indicativi:

  • al Servizio ISI continueranno a essere indirizzate tutte quelle situazioni che presentano problematiche pluripatologiche che necessitano di un monitoraggio frequente e duraturo proprio sul piano medico infermieristico e/o sul piano prettamente psichiatrico
  • Il Servizio di Psicologia per Migranti di Caritas e Consultorio si indirizzerà prevalentemente a quelle situazioni che possano beneficiare di un intervento breve (indicativamente entro i sei mesi), a cadenza settimanale, ed orientato a permettere al paziente di recuperare ritmi di vita regolari e una qualità di vita soddisfacente.